Classica

Jubila Faventia: Pedro Memelsdorff e l'ensemble Mala Punica fanno rivivere le gemme del Codex Faenza

Jubila Faventia: Pedro Memelsdorff e l'ensemble Mala Punica fanno rivivere le gemme del Codex Faenza

La valorizzazione di una preziosa testimonianza musicale del passato – il Codex Faenza – ha costituito il cuore di un appassionante concerto tenutosi all'Abbazia di Wilten ad Innsbruck,nell'ambito delle Innsbrucker Festwochen der Alten Musik 2017. Protagonistil'ensemble internazionale Mala Punica ed il suo direttore musicalePedro Memelsdorff

Cacce, ballate, madrigali: non esiste solo l'Ars Nova di Landini e Machaut perché, come stanno ricordando da tempo Pedro Memelsdorff ed il suo ensemble Mala Punica, vi è tutto un mondo che attende una riscoperta. Un mondo in cui agivano altri stili ed altre eccellenze musicali, come quelle di Matteo da Perugia, Zaccara da Teramo, Paolo da Firenze, Filippo ed Antonello da Caserta: alcuni dei compositori riportati in vita dal flautista e musicologo argentino, mediante un appassionato lavoro di recupero e diffusione che ha riguardato sopratutto i decenni di passaggio tra Tre e Quattrocento.

Un mondo ed un repertorio ancora in parte da scoprire

Appassionato esploratore di quel multiforme repertorio musicale, sparso tra Ars Nova e Ars Subtilior, Memelsdorff rimase affascinato dal Codex Faenza 117, un prezioso manoscritto musicale conservato nella Biblioteca Manfrediana della città emiliana. E' una raccolta di variazioni strumentali su modelli polifonici franco-italiani, stese a cavallo grosso modo dal 1380 al 1420, che comprende anche molta musica liturgica o di carattere sacro. Una scelta di quest'ultimo genere di composizioni - riscontrate per una più corretta esecuzione filologica su codici e manoscritti di Parigi, Roma e Firenze - è stata presentata nell'ambito delle Innsbrucker Festwochen del Alten Musik 2017 nell'antica Abbazia di Wilten.

La resa perfetta di ogni minima sfumatura espressiva, le impalpabili variazioni di dinamiche, i micro intervalli di suono, il continuo gioco di glissandi e allitterazioni - ma anche il continuo spostarsi di strumenti e voci nell'imponente estensione barocca della basilica, sfruttandone le differenti risposte acustiche – sono stati i preziosi accorgimenti messi in campo dai componenti di Mala Punica e dal loro direttore musicale. Risultato finale, quello di conseguire il massimo effetto emotivo di testi e musiche,.

Minimi i mezzi, massimi gli effetti

Quanto mai essenziali i mezzi strumentali in campo, usati con parsimonia e notevole perizia: flauto, organo positivo e organetto, due clavicymbalum (piccole arpe con tastiera), una viella da braccio. Cinque le voci: due soprani (Barbara Zanichelli e Anne-Kathryn Olsen), un alto (il contratenore Alessandro Carmignani), due tenori (Gianluca Ferrarini e Raffaele Giodani). Le composizioni eseguite partivano con un mistico Kyrie a 2 voci memore ancora dalla lectio gregoriana, ed un Agnus Dei che segna l'apertura alle nuove istanze di fine secolo.

Attraversando vari brani del Codex, tra cui un Gloria a 5 voci dallo spirito alquanto laico e dall'andamento quasi di danza - si sente che un certo Rinascimento è alle porte – e un parodia sacra Nostr'avocata se', dedicata a Maria, del sonetto petrarchesco Non al suo amante, il concerto si chiude infine con un fulmineo Benedicamus Domino ed un festoso Alleluja, di nuovo a 5 voci, a palesare tutta la seduzione intellettuale dell'Ars subtilior.


(Concerto tenutosi il 19/8/2017, all'Abbazia di Wilten - Innsbruck)